Nell’est del paese riesplode la violenza contro i cristiani. Indù assaltano chiese e orfanotrofi. Due cristiani bruciati vivi.
Da 48 ore l’Orissa è teatro di distruzioni.
Nell’est dell’India riesplodono gli scontri religiosi tra indù e cristiani. Fondamentalisti indù hanno infatti bruciato vivi due cristiani; un religioso è ricoverato in ospedale in gravi condizioni mentre pare che due suoi confratelli siano stati sequestrati. Un incendio è stato appiccato presso l’orfanotrofio gestito dai missionari cristiani a Khuntapali, nell’est del paese, nello stato di Orissa. E una suora laica cristiana, che lavorava nell’istituto, è stata bruciata viva.
Rajnie Majihie, questo il suo nome, aveva poco più di venti anni. Accudiva i trenta bambini ospiti della struttura. ” E’ morta per salvare gli orfani. E’ rimasta indietro per far uscire tutti i bambini”, ha riferito padre Alfonse Towpo, assistente del vescovo Lukas Merketta della diocesi di Sambalpur.
“Uccidete i cristiani”, è lo slogan ripetuto dagli indù all’assalto dei centri sociali e dei pullmini dei religiosi cattolici. Il distretto di Khuntapali è devastato dalle incursioni di migliaia di tribù induiste inferocite dopo l’assassinio, avvenuto sabato notte, dell’anziano leader fondamentalista della rivolta contro i cattolici e di cinque suoi adepti. Anche le suore di Madre Teresa sono state attaccate da un gruppo di militanti e una religiosa è stata ferita.
Sono stati assaliti centri sociali, luoghi di culto cattolici e case parrocchiali. La polizia tenta ora di ripristinare l’ordine e di arginare gli scontri, ma le incursioni contro gli edifici cattolici proseguono oramai da un paio di giorni. I radicali indù infatti si oppongono contro l’impegno sociale dei cristiani verso i tribali e verso coloro che sono considerati “fuori casta” e accusano vescovi e sacerdoti di fare opera di proselitismo.
