Il 25 agosto il Vishwa Hindu Parishad, ala religiosa del partito nazionalista indù Bharatiya janata, ha indetto uno sciopero generale nello stato dell’Orissa. Lo sciopero si è però trasformato in una drammatica occasione di scontro tra comunità religiose.
Numerose sono state le violenze perpetrate nei confronti dei cristiani. I tragici fatti hanno portato alla luce la debolezza delle autorità locali. In questo clima di forte tensione, il partito del Congress, all’opposizione nel parlamento dell’Orissa, ha presentato una mozione di sfiducia contro il governo dello stato, guidato attualmente da una coalizione di nazionalisti indù.
Sebbene la mozione non sortirà probabilmente alcun effetto, rappresenta un importante atto d’accusa nei confronti di una politica locale che fomenta la divisione sociale. Negli anni passati infatti, i nazionalisti indù sono riusciti a ottenere i voti necessari ad entrare nella coalizione di governo dell’Orissa, proprio sfruttando le tensioni tra le varie comunità religiose.
Gli ultimi episodi di violenza, a pochi mesi dalle elezioni per il parlamento nazionale, si radicano in un clima di discordia tra le differenti comunità religiose del paese, e mostrano l’incapacità dei partiti laici di contrastare questa politica di divisione sociale. Affinché si possa garantire una situazione di relativa stabilità nella regione è necessario che il governo locale si impegni nel favorire e nel promuovere quindi una maggiore coesione sociale.