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Atul Gawande: cosa affligge il sistema sanitario indiano?

18 Dic

Il sistema sanitario pubblico indiano risulta essere ancora poco finanziato, carente e soffocato dalla popolazione in continua crescita.

Si tratta, però, dello stesso sistema sanitario che ha contribuito ad aumentare l’aspettativa di vita rispetto a qualche decennio fa, che era di 35 anni, ad oltre 65 anni oggi.

Si tratta di un sistema sanitario che si è preposto la notevole impresa di sconfiggere la poliomelite – in India si sono verificati quattro quinti dei casi di poliomelite nel mondo – ma in cui le donne continuano a morire di parto e per semplici interventi chirurgici.

Quindi il sistema sanitario indiano riesce bene nelle grandi imprese ma ottiene scarsi risultati nell’esecuzioni di quelle relativamente più piccole?

Il chirurgo e scrittore Atul Gawande pensa che il sistema sanitario indiano sia una delle “cose più complicate” del mondo.

Gawande ha raccontato alla BBC una storia personale per illustrare il viaggio del sistema sanitario del secondo paese più popoloso del mondo.

“Questo è un paese dove mia nonna è morta di malaria all’età di 30 anni, all’epoca in cui ancora non era possibile accedere ai farmaci anti-malaria. Mio nonno, invece, è vissuto fino all’età di 110 anni, nello stesso villaggio, in Maharashtra. Mio zio morì a 90 anni passati. Cose semplici, come acqua potabile, più irrigazione, più cultura possono allungare la vita delle persone che vivono qui. Anche la sanità pubblica, un maggiore igiene e antibiotici aiutano”.

Ma se le persone vivono più a lungo, le loro esigenze crescono. Un sistema sanitario specializzato principalmente su malattie infettive, ha incontrato parecchie difficoltà nel far fronte ad una nuova e più complessa fascia di malattie, dalla pressione sanguigna elevata al diabete.

“La principale causa di morte in India sono le malattie cardio-vascolari – afferma il dottor Gawande – ci troviamo in un’economia in cui le infrastrutture non sono ancora così progredite da soddisfare le esigenze di chi arriva in preda ad un attacco di cuore, che richiede un intervento e dev’essere fatto bene e in modo sicuro”.

“Ci sono molte brave persone con molta esperienza in India. Ma se metti alcune dei più brillanti medici in un sistema che non funziona, è demoralizzante per loro e non è sicuro per gli altri. La cosa più facile da dire è che in questo paese non ci sono bravi medici, ma sappiamo tutti che non è così”.

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