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“Una donna è molto più responsabile di uno stupro di quanto lo sia un uomo”, le affermazioni scioccanti di uno stupratore

3 Mar

Nel 2012 una studentessa indiana fu violentemente stuprata in un bus di Delhi e morì a causa di lesioni interne molto estese. L’attrice e produttrice britannica Leslee Udwin ha realizzato un documentario sul caso intitolato “India’s Daughter”, che verrà trasmesso dalla BBC domenica 8 marzo, per la festa della donna. La documentarista ha parlato con diversi uomini accusati di stupro durante le riprese del film e uscì sconvolta dal modo in cui l’India tratta le donne ma anche ispirata da chi cerca di cambiare le cose.

 

Il racconto di Leslee Udwin

Gli orribili dettagli dello stupro mi avevano fatto pensare che mi sarei trovata davanti dei mostri. Psicopatici. La verità era molto più agghiacciante. Erano persone ordinarie, apparentemente normali e di certo uomini banali.

Il 16 dicembre 2012, la donna di 23 anni era appena stata a vedere un film, La vita di Pi, con un amico. Alle 20.30 sono saliti su un autobus, con sei uomini a bordo, cinque adulti e un minorenne. Uno di questi uomini ha cominciato a picchiare l’amico della ragazza e poi, a turno, l’hanno violentata prima di aggredirla con un oggetto di ferro.

Mukesh Singh, l’autista del bus, mi ha descritto ogni dettaglio di quanto successo durante e dopo l’incidente. Mentre i procuratori affermano che gli uomini si sono alternati alla guida del bus e che tutti hanno preso parte allo stupro, Singh dice di essere rimasto al volante per tutto il tempo.

Assieme ad altri tre aggressori, Singh sta ora aspettando il giudizio per la sua condanna a morte. In 16 ore di interrogatorio, l’autista non ha mostrato alcun rimorso e ha continuato ad esprimere il suo stupore sul fatto che si fosse sollevato un tale polverone per questo caso.

“Una ragazza decente non se ne va in giro alle nove di sera. Una donna è molto più responsabile di uno stupro di quanto lo sia un uomo”, ha affermato.

“I lavori di casa sono per le ragazze, non andarsene in giro per discoteche e bar durante la notte a fare cose sbagliate, indossando vestiti sconci. Solo il 20% delle ragazze si comporta in modo corretto.”

Le persone “hanno il dovere di dare a queste ragazze una lezione”, ha suggerito.

“Quando vengono violentate, non dovrebbero ribellarsi. Dovrebbero solo stare in silenzio e accettare lo stupro, così quei ragazzi sarebbero scesi dal bus subito dopo averla violentata e avrebbero picchiato solo il ragazzo”.

Purtroppo Singh è andato avanti: “La pena di morte non farà altro che rendere le cose più pericolose per le ragazze. Adesso, quando gli uomini violenteranno, non lasceranno la ragazza come facemmo noi. La uccideranno. Prima, avrebbero violentato e poi detto “lasciala andare, non lo dirà a nessuno”. Adesso quando violenteranno, specialmente i tipi criminali, uccideranno la ragazza. Morta.”

Ho tirato fuori la lunga e scioccante lista di tutte le lesioni che la ragazza ha subito e gliel’ho letta. Ho provato, con molta fatica, a cercare un minimo segno di rimorso nell’uomo, ma non ce n’era.

Uno degli uomini che ho intervistato, Gaurav, ha stuprato una bambina di 5 anni. Ho passato tre ore a filmare la sua intervista mentre raccontava con dettagli molto espliciti in che modo aveva soffocato le urla della bambina con la sua grande mano.

Quando gli ho chiesto come ha potuto attraversare la linea per fare veramente quello che aveva immaginato di fare, mi ha guardata come se fossi pazza solo per aver posto quella domanda e mi ha detto: “Era una mendicante. La sua vita era senza valore.”

Queste offese contro donne e bambine sono solo una parte della storia, l’intera storia comincia con una bambina che non è la benvenuta come lo è un maschio, fin dalla nascita. Quando i dolci vengono distribuiti alla nascita di un maschio, ma non alla nascita di una femmina. Quando il bambino viene nutrito più della bambina, quando i movimenti di una ragazza sono ristretti e le sue libertà e le sue scelte sono limitate, quando viene inviata come domestica schiava nella casa di suo marito. Se alla donna non è accordato alcun valore, se una donna vale meno di un uomo, è ovvio aspettarsi che gli uomini penseranno di poter fare ciò che vogliono su di lei.

La cosa che mi ha spinta a lasciare la mia famiglia per andare a Delhi a girare questo film non è stato lo stupro in sé, ma quello che è seguito.

Dal giorno dopo lo stupro e per oltre un mese, uomini e donne ordinari sono scesi per le strade delle città indiane in un numero che non ha mai visto precedenti per protestare insieme. La determinazione e il coraggio di queste persone mi hanno enormemente ispirata.

Quello che mi ha fatto portare a termine il lavoro era quello che mi aveva ispirato fin dall’inizio: i nuovi pensatori, soprattutto tra i giovani, che vogliono cambiare le cose in India e che chiedono a gran voce una società migliore. E io sono assolutamente ottimista che siamo sulla strada giusta per il cambiamento.

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