Area: Calcutta (Bengala Occidentale – India)
Durata: 3 anni – 2013/2016
Partner: Fondazione San Zeno
Questo progetto, finanziato da Fondazione San Zeno, ha una durata triennale. Si tratta della continuazione dell’intervento svolto precedentemente e focalizzato sul diritto all’istruzione per minori di Calcutta particolarmente svantaggiati. Attraverso la garanzia dell’accesso a un’istruzione di qualità, interventi sanitari e nutrizionali, l’intervento precedente aveva impattato profondamente la vita dei bambini coinvolti, assicurandone la protezione da tutti i tipi di sfruttamento e maltrattamento.
Il nuovo progetto si concentra principalmente sui bambini che vivono ai margini della metropoli di Calcutta, nei bassifondi, in baracche improvvisate e malsane, in rifugi di fortuna addossati ai binari ferroviari, oppure addirittura sui marciapiedi e in luoghi pubblici. I bambini che vivono in queste aree si spostano in continuazione alla ricerca di cibo e vestiti. Questo continuo spostarsi, a volte è dovuto da sfratti coercitivi imposti per permettere lo sviluppo delle infrastrutture della città. Molto spesso questi bambini non hanno accesso ad acqua potabile, mentre i servizi sanitari restano un miraggio.
In media, il reddito mensile dei loro genitori è di circa 2.000 rupie (30 euro), con le quali dovrebbero sfamarsi 6-8 persone. In tali condizioni, dunque, spesso i bambini soffrono di malnutrizione grave. Questo si ripercuote sul loro sviluppo cognitivo e sulla loro possibilità di studiare. La situazione economica disperata dei loro genitori fa sì che essi siano sottoposti a forte stress. Pertanto, i bambini crescono in un ambiente segnato da violenza, maltrattamento e abusi.
La maggior parte dei bambini ben presto lascia la scuola e cade così facilmente preda di varie forme di sfruttamento lavorativo. I minori vengono impegnati nel lavoro domestico o in piccole imprese che operano nei bassifondi. La manifattura di scarpe e di borse, il taglio di etichette, la produzione di fiori di cotone sono alcune delle attività a cui vengono destinati. Anche l’industria dell’imballaggio impiega numerosi ragazzi che provengono da queste zone. I datori di lavoro pagano pochissimo questi bambini lavoratori e la maggior parte delle volte li costringono a fare lavori pericolosi, particolarmente nel settore della pelletteria. La scarsa offerta scolastica contribuisce ad acuire il problema dell’abbandono scolastico e ad infoltire le fila dei bambini lavoratori.
Il progetto sostiene circa 2.500 bambini. Questi minori hanno accesso ad un riparo nei rifugi di CINI, fintanto che non si individuano soluzioni o presso la famiglia di origine o con altre modalità appropriate ad assicurare il massimo benessere del bambino.
Il progetto si rivolge a bambini abbandonati o scomparsi, vittime di matrimoni precoci, mendicanti e di strada. Ma anche a minori trafficati per essere avviati a varie forme di sfruttamento sessuale, vittime di abuso fisico e psicologico e bambini affetti dall’HIV/AIDS. Si tratta di bambini che non hanno mai frequentato o hanno abbandonato la scuola o allievi di prima generazione che hanno lacune nell’apprendimento scolastico.
L’obiettivo generale è quello di proteggere questi ragazzi e avviarli ad una vita normale dove possano sviluppare il loro potenziale umano. La scuola diventa così l’alternativa alla strada. Attraverso l’istruzione scolastica, i ragazzi acquisiscono competenze per affrontare la vita e sviluppare una professione.