Secondo il report 2015 del United Nations Population Fund, in India circa 830 donne (2 donne al minuto) muoiono ogni giorno di parto o a causa di complicazioni durante la gravidanza.
Il premio Nobel Amartya Sen e l’economista Jean Drèze nel loro ultimo libro An Uncertain Glory sostengono che “”nel corso degli ultimi 20 anni, l’India è cresciuta molto più del Bangladesh, ma durante lo stesso periodo, il Bangladesh ha superato l’India in termini di servizi sociali di base”.
Per far fronte al problema il Governo indiano ha avviato programmi come il Janani Suraksha Yojana che assicura alle donne incinte il trasporto gratuito, le trasfusioni di sangue, fornisce medicine e servizi dedicati e dà alle donne 2000 rupie se partoriscono in ospedale. Il programma tuttavia non è riuscito a raggiungere le donne delle comunità marginali, elemento che ha reso l’India il paese con il più alto numero di morti materne. Secondo UNICEF infatti, in India ha luogo circa il 20% del totale dei decessi materni nel mondo. Questo è accompagnato da un tasso di mortalità materna di 174 ogni 100.000 nascite secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Sono necessari dunque progetti che si basino sulla comunità e che aiutino a educare la popolazione, specialmente quella rurale, in modo da mettere in atto dei programmi che possano raggiungere e aiutare chi ha più bisogno. Questi tipi di progetti vengono proposti e seguiti da diverse organizzazioni no-profit, tra cui il Child In Need Institute – CINI.
“L’approccio di Cini ha come obbiettivo la creazione di un network tra i portatori di interesse, mettendo in relazione i fornitori di servizi e le madri, sia nel periodo prenatale che in quello successivo al parto. L’aspetto principale del nostro lavoro riguarda il supporto e l’agevolazione dell’accesso alle strutture governative e dei servizi dedicati a disposizione delle donne in gravidanza” afferma Ranjan Panda, vice direttore programmi di CINI.
Spetta a noi far sì che migliaia di questi bambini non ancora nati riescano a vedere la luce del giorno e non divengano quindi parte di una statistica che non vorremmo vedere.
Credit: Aishik Purkait, Youth Ki Awaaz (YKA).
Articolo completo al seguente link.