Tre bambini, un marito quasi inesistente e un’entrata mensile inferiore a 60 euro (4500 rupie)! Con questa pressione sulle sue spalle, l’unico pensiero per la madre di Papiya era quello di fare sposare la figlia il prima possibile, in modo da avere una bocca in meno da sfamare. Papiya, infatti, è stata data in sposa contro la sua volontà in giovanissima età. Una sola condizione era stata posta a sua madre, avere la possibilità di sostenere l’esame finale della scuola secondaria prima del matrimonio. Purtroppo le promesse non furono mantenute, e la ragazza venne data in sposa prima del tempo.
Nei primi due mesi nella casa del marito, abusi e violenze sia fisiche che mentali erano diventati la sua quotidianità. Dopo molti tentativi di sfuggire dalle grinfie della sua nuova famiglia, Papiya riuscì finalmente a tornare a casa. Nel frattempo, i membri delle unità di CINI erano venuti a conoscenza sia della situazione della ragazza che delle minacce che ancora riceveva dallo sposo in seguito alla sua fuga, ma grazie all’aiuto degli operatori, Papiya è stata in grado di avviare una pratica di divorzio che comprendeva anche una restrizione cautelare nei confronti del marito troppo violento.
Oggi Papiya è tornata a scuola, sta finendo gli studi e partecipa attivamente al programma governativo SABLA, coordinato dai centri di CINI. La ragazza vuole diventare uno dei team leader del programma e sta seguendo dei corsi di formazione per conseguire questo titolo.
“Sono grata a CINI per avermi dato la possibilità di tornare a scuola e di diventare uno dei capi gruppo del programma. Sogno di diventare una donna affermata e di successo e di condurre una vita dignitosa!”