“Mi sono perso, sto cercando la mia mamma, mi chiamo Sharukh” dice in tono pacato. Le lacrime scendono sul suo viso nell’affollata stazione di Sealdah a Calcutta. Quando gli agenti delle Forze di protezione delle Ferrovie lo prendono in consegna le possibilità di individuare la madre nel tumulto della stazione sembrano davvero poche, decidono allora di condurre il bambino alla struttura di accoglienza di CINI. Oltre il binario 9 della stazione di Sealdah sorgono degli ex magazzini che sono stati allestiti come luoghi di rifugio per i bambini orfani. In India le stazioni ferroviarie sono un punto nevralgico che raccoglie un numero elevatissimo di bambini, alcuni smarriti come Sharukh, altri scappati dalle proprie famiglie a causa degli abusi e delle violenze che subiscono in casa.
Sharukh non sa il suo indirizzo né il nome del villaggio da cui proviene, vive solo con sua madre che è spesso via la sera, suo padre li ha lasciati per un’altra donna. Le informazioni sono poche, ma le autorità affiancate dalle unità urbane di CINI non si scoraggiano e iniziano le ricerche.
Il fotoreporter Debiprasad Mukherjee, collaboratore di CINI, ha stretto un forte legame con il piccolo, diventandone il confidente “Nei giorni di pioggia, si siede in un angolo e piange perché gli manca la mamma, la sua casa e suoi animali” afferma Muckherjee. Il bambino, nonostante alcuni momenti di forte tristezza, riesce ad adattarsi al nuovo ambiente e a creare dei legami di vera amicizia. L’attività preferita dai ragazzi è quella di andare a giocare nei vagoni abbandonati, rimanere appesi ai corrimano sopra le loro teste e dondolarsi da un sedile all’altro.
Nel frattempo le ricerche della madre continuano, anche se la speranza di Sharukh è quasi svanita del tutto. Sette mesi dopo essere stato accolto, però, succede qualcosa di inaspettato e sorprendente. Le unità di ricerca delle Forze di Protezione delle Ferrovie hanno ottenuto dei grandi risultati: hanno trovato la mamma del piccolo. “Il bambino non ha reagito finché sua madre non è arrivata al centro” dice Muckherjee, questa volta, però, le lacrime che bagnano il suo viso sono di gioia. Sharukh finalmente può tornare a casa. Qualche mese dopo, Mukherjee è andato a trovare il bambino; Sharukh sta bene, è felice, va a scuola e si è rimesso in pari con i suoi compagni di classe.
Secondo il The Guardian ogni anno in India circa 130.000 bambini sono vittime del traffico di esseri umani. CINI fa un sforzo concreto per fare in modo che i bambini che segue non entrino in contatto con questi traffici. Sharukh è stato fortunato a non essere intercettato prima da qualche malintenzionato. Vi sono ancora centinaia di bambini che aspettano di poter riabbracciare i propri genitori, la storia di Sharukh deve essere di esempio per non farci perdere la speranza.