Mampi ha 14 anni, è una ragazza propositiva che ha dovuto affrontare diversi periodi bui nella sua vita.
Mampi venne in contatto con gli operatori di CINI qualche anno fa, durante un periodo trascorso presso il Canal West Road (un’area d’intervento di CINI) a casa di alcuni parenti. Questi ultimi però, a causa dei problemi economici, non riuscivano a coprire tutte le spese, decisero così di mandare Mampi a cercare lavoretti da fare nei dintorni della stazione ferroviaria di Sealdah.
La sua energia positiva e la sua forza non passarono certo inosservati dal team di CINI, che la reclutò subito come membro attivo del Gruppo dei ragazzi di CINI. La curiosità di Mampi e la sua voglia di conoscere il mondo l’avevano resa una dei volontari più amati. Si trovava bene con gli altri membri, ed instaurò diverse amicizie profonde e sincere. Tutti le volevano bene, per questo la sua scomparsa spaventò e incuriosì tutti.
Inizialmente, si pensava fosse tornata dai genitori e ciò aveva allentanto le preoccupazioni degli altri volontari. Poi però giunse voce che fosse stata vittima del traffico di bambini attraverso il Canal West Road. Tuttavia, i suoi parenti negarono questa ipotesi dicendo che Mampi si trovava a casa della zia nel Bihar dove si sarebbe impegnata negli studi.
I membri di CINI, non essendo convinti della versione data, continuarono ad indagare sulla questione grazie anche alla collaborazione della comunità di Canal West Road. Nonostante i controlli, i sospetti svanirono facendo credere a tutti che la ragazza stesse bene e fosse sotto la protezione della zia. La realtà però era ben diversa: Mampi era costretta a lavorare come domestica in una casa nel Bihar e doveva badare a sé stessa tutta sola. Persino suo padre pensava fosse al sicuro con la zia. I dubbi riaffiorarono quando vennero a mancare contatti diretti con Mampi. Suo padre non riusciva più a mettersi in contatto con la figlia. Inoltre, la ragazza subiva abusi e violenze ogni volta che non rispettava il volere dei suoi nuovi datori di lavoro.
La zia decise poi di mandarla nella città di Jaipur nel Rajasthan per poter guadagnare più soldi e informò il padre. L’uomo, divenuto ormai sospettoso e diffidente, riuscì ad ottenere l’indirizzo dell’alloggio della figlia e si diresse subito a prenderla. Mampi fu felicissima di rivedere il padre dopo settimane di abusi e violenze, quest’ultimo periodo l’aveva traumatizzata a tal punto che aveva perso tutta la speranza e la fiducia nelle persone. Mentre stava a Jaipur infatti non le era permesso lasciare la casa, era stata isolata dal mondo esterno a tal punto che ciò ebbe un effetto negativo prolungato in lei. Era diventata fredda, disinteressata e distaccata.
Quando CINI riuscì ad ottenere sue notizie, alcuni membri fecero visita a Mampi e questo le fece bene: le ricordò tutti i bei momenti trascorsi con il gruppo, le amicizie e le risate assieme. In qualche modo questo le diede l’energia e la fiducia necessari per ricominciare ad uscire nel mondo esterno. Il team di CINI si prese cura di lei e la incoraggiò a partecipare ad alcuni incontri di counseling specifici. A questi incontri Mampi confidò cosa aveva subito durante la permanenza nel Bihar. Dalle conversazioni era chiaro che desiderava fortemente andare a scuola e ricominciare da zero, coinvolgendo quindi anche la famiglia, dopo qualche procedura burocratica CINI riuscì a farla iscrivere.
La scuola aiutò Mampi a dimenticare l’evento traumatico del Bihar; ogni giorno inoltre, dopo scuola, si recava al centro di CINI, divenendo un membro attivo del Gruppo di bambini e uno dei partecipanti principali del Bal Panchayat.
Oggi Mampi combatte il traffico di minori informando gli altri bambini su come evitare di esserne vittima. E’ diventata una vera e propria ispirazione per i suoi coetanei e quando le si chiede che progetti ha per il suo futuro, questa è la risposta: “Voglio studiare e imparare molto per poi diventare un operatore sociale e fare qualcosa di positivo a favore dei bambini.”