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Le case rifugio di CINI: il progetto finanziato dalla Tavola Valdese

18 Ago

A Calcutta, CINI gestisce da qualche tempo due Case Rifugio, una per bambini e una per bambine, dove offre loro protezione dai pericoli e dai rischi che affrontano. Queste case hanno accolto bambini e bambine grazie al sostegno della Tavola Valdese. Hamara Ghar è il nome della casa che accoglie i bambini e i ragazzi, mentre Amader Bari è quella riservata alle bambine e alle ragazze. Nell’ultimo anno del progetto, da aprile 2019 e marzo 2020, le due case hanno accolto nel complesso 1262 bambini: 704 ragazzi e 558 ragazze.

Le due case rifugio accolgono bambini e bambine che si trovano in diverse situazioni di vulnerabilità e disagio. La maggior parte dei bambini accolti sono scappati di casa. Le motivazioni dietro a un tale gesto sono svariate: una situazione di forte conflitto con i genitori, la promessa di un lavoro a Calcutta, l’attrattiva verso la città, l’aver perso la casa, ecc. Altri bambini vengono salvati dal traffico di minori o da sequestri, da situazioni di abusi sessuali o domestici. Infine, altri bambini vengono salvati perché vivono in luoghi che li espongono fortemente a dei rischi, come la strada, le baraccopoli o le zone a luci rosse.

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I servizi di Hamara Ghar e Amader Bari

Le due Case Rifugio di CINI offrono diversi servizi ai loro piccoli ospiti. Innanzitutto, i bambini posso trovare in questi due luoghi un letto dove dormire, pasti caldi, vestiti e servizi igienico-sanitari. Ogni bambino effettua poi una visita medica entro 24 ore dall’accoglienza e può accedere a servizi di assistenza sanitaria. Dal momento che ogni bambino porta con sé diversi traumi e cicatrici, un servizio di terapia individuale e di gruppo è a disposizione di ognuno. La terapia può assumere diverse forme: può essere terapia musicale, terapia artistica o terapia del movimento-danza. Inoltre, i bambini frequentano particolari percorsi didattici, pensati apposta per loro, perché continuino ad apprendere con il sostegno di insegnanti ed educatori specializzati. Infine, gli operatori delle case rifugio organizzano giochi all’aperto, attività sportive, laboratori creativi, gite e feste per tutti i piccoli ospiti.

Tutto è finalizzato al reinserimento del bambino o della bambina all’interno della sua famiglia d’origine o comunque di un ambiente che possa assicurare una crescita sana ed equilibrata, come le strutture di accoglienza governative. Nell’ultimo anno del progetto finanziato dalla Tavola Valdese, 617 bambini e 498 bambine sono stati riportati alle loro famiglie o inseriti in strutture di accoglienza permanente.

Le Case Rifugio durante il Covid-19

Nonostante la pandemia, le attività delle case rifugio sono proseguite in sicurezza. Le case vengono pulite e disinfettate più volte al giorno. Gli operatori hanno scelto volontariamente di rimanere all’interno delle strutture per occuparsi dei bambini. In questo periodo si dedicano ai più svariati compiti: lavare, pulire, cucinare, tenere impegnati i piccoli ospiti. I bambini e le bambine si lavano le mani più volte al giorno, indossano le mascherine e comunicano con i genitori a casa attraverso videochiamate. Per non annoiarsi, partecipano a moltissime attività al chiuso: sessioni di yoga, proiezioni di film, lettura di libri e lezioni online.

Nella notte tra il 20 e il 21 maggio, le nostre Case Rifugio sono state colpite e in parte danneggiate, come molti degli edifici di Calcutta, dal ciclone Amphan. Non appena abbiamo potuto metterle in sicurezza, Hamara Ghar e Amader Bari sono tornate ad essere agibili e abitate.

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