Attraverso le parole di Ylenia, ripercorriamo la sua esperienza di tirocinio in India con CINI. Nell’incontro con gli operatori e le operatrici della nostra associazione, questa giovane studentessa ha potuto osservare come al centro del nostro lavoro ci siano le persone. Le situazioni differenti che ha vissuto, le storie che ha ascoltato ma soprattutto i bambini che ha incontrato, le hanno permesso di scoprire la bellezza di questo Paese e della solidarietà.
DAL VIAGGIO DELLA SPERANZA AL VIAGGIO PER LA SPERANZA
Il regalo di Natale più bello del 2018 è stato scoprire di essere risultata idonea alla partecipazione del Bando UniVerona cooperazione internazionale allo sviluppo. Grazie ad esso infatti, ho avuto la possibilità di scoprire la città di Calcutta (Kolkata) ma soprattutto di venire a conoscenza del lavoro che ogni giorno, operatori e professionisti, mettono in atto per garantire e favorire un miglioramento delle condizioni di vita delle persone, soprattutto della cura rivolta ai bambini e alle donne.
Un aspetto particolare che ho potuto osservare e comprendere è che nell’ottica di CINI non vi è solo la necessità di lavorare per le persone, ma anche con le persone: la consapevolezza dei propri diritti e la partecipazione attiva all’interno del territorio permettono una crescita a livello personale, la quale è indispensabile per poter raggiungere gli obiettivi definiti nei vari progetti previsti da CINI.
Ho avuto la possibilità di osservare ed immergermi in tantissime situazioni differenti, di ascoltare storie, spesso drammatiche ma con una velatura di speranza, fondamentale in un territorio dove le differenze, i pregiudizi, i problemi sociali, geografici e politici si fanno sentire in modo incisivo.
Durante la mia permanenza a Calcutta è stato interessante poter prendere parte a diverse attività con i minori della Casa Rifugio Hamara Ghar e della stazione di Sealdah. L’ottica progettuale messa in atto risulta fondamentale per l’allontanamento e/o accoglienza dei bambini che si trovano in condizione di disagio sociale che può sfociare in forme di abbandono, maltrattamento, tratta, prostituzione. Ovviamente la mia presenza non ha potuto risolvere molte di queste problematiche ma di certo è stato gratificante anche solo aver visto con i miei stessi occhi questa realtà, una realtà diversa, nuova, a tratti misteriosa. L’osservazione ha giocato un ruolo importante nella scoperta e nella relazione con i bambini e ragazzi: il gioco, gli sguardi e i momenti di condivisione, hanno lasciato un segno indelebile nella mia mente e soprattutto nel mio cuore. Il detto: “basta poco per renderli felici” è risultato veritiero, qui, dove ogni bambino, con la propria storia, non smette mai di credere in sé stesso e nel proprio futuro, spesso incerto.
Questa esperienza mi ha permesso inoltre di dare vita alla mia tesi di laurea, la quale si è concentrata sulla tematica della protezione dell’infanzia, ovvero uno degli obiettivi proposti da CINI stesso. L’aiuto e la disponibilità costante degli operatori, sia sul luogo che nel periodo post tirocinio, sono risultati fondamentali per una buona riuscita dell’elaborato. Sono contenta di aver portato come tematica proprio il lavoro offerto e svolto dai professionisti di CINI, soprattutto perché viene valorizzato costantemente il lato umano, emozionale e sensibile che dovrebbe appartenere ad ognuno di noi.
Nonostante le differenze linguistiche, culturali e territoriali, ho notato e appreso quanto i valori di base possano essere plasmati anche in un continente completamento diverso.
È stato bello scoprire che la ricchezza sta nel donare all’altro senza chiedere mai nulla in cambio.
E come dice il saggio Ghandi: la felicità non viene dal possedere un gran numero di cose, ma deriva dall’orgoglio del lavoro che si fa.