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CINI Italia | In supporto a Child In Need Institute - CINI India

Combattere l’abbandono scolastico e prevenire il lavoro minorile e il matrimonio precoce negli adolescenti in India

1 Nov

Area: Gram Panchayat di Hatinagar (Distretto di Murshidabad) e Gram Panchayat di Hatighisa (Distretto di Darjeeling) – Bengala Occidentale
Durata: 3 anni – 2020/2023
Partner: Fondazione San Zeno

L’intervento, di durata triennale, è sostenuto da Fondazione San Zeno e mira a garantire il diritto all’istruzione agli adolescenti in India. L’obiettivo è quello di rafforzare le competenze accademiche di ragazzi e ragazze di età compresa fra i 10 e i 16 anni per combattere l’abbandono scolastico e prevenire il lavoro minorile e il matrimonio precoce.

Questo progetto interviene strategicamente nel momento del passaggio dalla scuola elementare alla scuola media/superiore. Si tratta di un momento critico, nel quale i bambini lasciano la fase dell’infanzia per entrare in quella dell’adolescenza. Nelle comunità povere indiane, spesso, durante questo passaggio i minori abbandonano gli studi, perché spinti verso il matrimonio precoce e il lavoro minorile o venduti e trafficati. L’istruzione superiore è infatti considerata un lusso dalla maggior parte dei genitori, che non ne comprendono l’utilità.

Per prevenire queste situazioni, il progetto promuove il proseguimento degli studi oltre la scuola elementare di ragazzi e ragazze scolarizzati di prima generazione. I beneficiari dell’intervento provengono in larga parte da comunità di minoranze analfabete.

L’intervento per combattere l’abbandono scolastico in India

L’intervento si sviluppa in due diverse zone rurali dello Stato del Bengala Occidentale. Da un lato, il Gram Panchayat di Hatighisa (distretto di Darjeeling), abitato da una popolazione tribale, perlopiù analfabeta e sfruttata nelle piantagioni di tè. Dall’altro, il Gram Panchayat di Hatinagar (distretto di Murshidabad), una zona svantaggiata al confine con il Bangladesh dove ci sono migliaia di famiglie in stato di povertà. L’intervento coinvolge più di 3000 ragazzi e ragazze e più di 3000 adulti e fornitori di servizi.

Per prevenire lo sfruttamento dell’infanzia, in aumento nell’emergenza COVID-19, il progetto vuole costruire 20 Centri per l’Apprendimento. Si tratta di luoghi dove i ragazzi e le ragazze possono migliorare le proprie competenze accademiche e allo stesso tempo essere protetti da abusi e sfruttamento. Qui studenti e insegnanti verranno formati non solo dal punto di vista didattico, ma anche sulle life-skills, sull’importanza dell’istruzione, sulla salute sessuale e riproduttiva, sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Infine, si attiveranno meccanismi di mobilitazione comunitaria e istituzionale, capaci di sostenere il diritto all’istruzione scolastica, con il coinvolgimento attivo sia degli adulti che degli adolescenti stessi.

Le innovazioni introdotte nel contesto della pandemia da COVID-19

Nel primo anno di progetto, da un’attenta analisi territoriale, sono emerse una serie di vulnerabilità connesse allo scoppio delle pandemia da COVID-19, che ha impattato su tutti gli aspetti della vita sociale della popolazione, ben oltre l’ambito della salute. Basti pensare che quasi in contemporanea all’avvio del progetto, tutte le scuole indiane sono state chiuse per contenere il virus. In questo contesto in continuo cambiamento, CINI ha dato dunque vita ad una serie di innovazioni per continuare a lavorare.

Con l’aumentare dei casi di COVID-19, si è reso necessario chiudere temporaneamente i Centri di Apprendimento e trovare altre strategie per fornire input educativi ai bambini. Inizialmente si sono condotte lezioni online, tramite smartphones, e lezioni individuali, via telefono. La mancanza di tecnologie adeguate, però, ha richiesto un ulteriore adeguamento dell’intervento: si è così introdotta la door-step education. Gli educatori, infatti, hanno raggiunto i bambini coinvolti nel progetto direttamente “sulla soglia di casa”, organizzando lezioni per piccoli gruppi di 8-10 studenti. Le lezioni si sono tenute in spazi all’aperto, messi a disposizione dalla comunità, come verande, club giovani o anche semplicemente un ampio albero.

Un’ulteriore innovazione è quella della mobile library, una biblioteca ambulante che si sposta di villaggio in villaggio. Così, vengono messi a disposizione dei bambini testi scolastici e libri di narrativa, per contrastare i livelli di analfabetismo, in rialzo a causa della pandemia. La biblioteca ambulante rimane aperta per mezza giornata, per poi spostarsi in altro luogo.

Infine, è stato necessario ripensare la figura dell’insegnante, per aiutarlo a fornire il supporto educativo e didattico necessario secondo queste nuove modalità introdotte. Si è svolto dunque un lavoro importante di formazione degli insegnanti. In parallelo, si sono sviluppati materiali didattici ad hoc, utili a fornire input educativi in maniera efficace.

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