Ciao a tutti e tutte! Mi chiamo Cecilia e ho 26 anni (quasi 27 ormai, ma non ci voglio pensare). A febbraio del 2020 ho iniziato il mio anno di Servizio Civile a CINI. Ecco l’intervista che ho deciso di fare a me stessa per raccontare la mia esperienza!
Conoscevo già l’associazione di nome, per motivi personali e grazie ad amici in qualche modo coinvolti nelle attività di CINI, ma non mi ero mai davvero informata a fondo sul suo lavoro. Quando nel settembre del 2019 ho visto che era uscito il bando del Servizio Civile e che c’era un posto in questa organizzazione, sono capitata per la prima volta sul loro sito. Le attività a sostegno delle mamme e dei bambini dell’India, i progetti di sviluppo sostenibile e i molti ambiti di intervento hanno fin da subito attirato la mia attenzione. La curiosità di approfondire la conoscenza di CINI, prima di scegliere dove presentare la mia candidatura, mi ha spinto a mettere il naso in ufficio e a conoscere di persona questa realtà. Questo mi ha convinto a presentare la mia domanda qui.
Quando ho scelto CINI, l’ho fatto anche sulla base delle attività che erano state elencate nella scheda di progetto. Ed effettivamente poi proprio quelle attività ho fatto! Nell’anno di Servizio Civile, infatti, mi sono potuta cimentare in diversi ambiti: dalla comunicazione alla rendicontazione dei progetti, dal fund raising alla traduzione di report di progetto, dalla gestione dei progetti di Sostegno a Distanza al donor care, ossia tutte quelle attività che servono a costruire una relazione solida e di fiducia con i donatori. Ho potuto partecipare alle diverse riunioni strategiche e di organizzazione e contribuire con nuove idee alla crescita di CINI. Insomma, ho sperimentato davvero da vicino cosa significhi lavorare in un’organizzazione del Terzo Settore.
Certo, lo scoppio di una pandemia mondiale proprio nell’anno del Servizio Civile non è stato quello che mi aspettavo, ma tutto sommato è andata bene. Dopo una breve parentesi di sospensione delle attività a marzo, ho potuto poi riprendere da remoto ad aprile, sempre supportata. La parola d’ordine è stata: flessibilità. Tutti ci siamo rapidamente adattati alla nuova situazione e, anche se lontani, abbiamo cercato di portare avanti le attività dell’associazione al meglio. Con grande pazienza e disponibilità, sono stata guidata e mi sono state insegnate moltissime cose nuove in lunghe telefonate e videochiamate. Piano piano, ho imparato a gestire alcune attività da sola e ho così potuto dare il mio contributo in questo contesto così strano e difficile.
Quest’anno di Servizio Civile, tra pandemie ed emergenze ambientali, alla fine è volato. Se mi guardo indietro, sono tantissime le cose che posso dire di aver imparato, sia dal punto di vista professionale che personale. E forse sono proprio quest’ultime che mi porterò a casa con più soddisfazione. Da sempre penso che questo mondo, ingiusto e tutto alla rovescia, vada cambiato, pezzetto dopo pezzetto. E il Servizio Civile è stata per me un’occasione, un’opportunità da cogliere per fare proprio questo: dare il mio contributo al cambiamento.
Spero che anche quest’anno qualcuno possa fare questa esperienza e conoscere da vicino questa realtà!
P.s. tutti i dettagli su come fare domanda li trovate a questo link: https://ciniitalia.org/servizio-civile/