Si è concluso a marzo 2021 il progetto sostenuto da Tavola Valdese a favore delle due case rifugio di CINI a Calcutta, in India. Vi avevamo in parte già raccontato di questo bellissimo progetto qualche mese fa. Se vi siete persi qualche puntata, potete trovare l’inizio qui.
La pandemia di COVID-19 in India, come nel resto del mondo, da emergenza sanitaria è divenuta ben presto una crisi sociale ed economica. In questo contesto, i bambini e le bambine indiani più vulnerabili sono stati colpiti in maniera sproporzionata. Il diffondersi del virus, infatti, ha aumentato notevolmente il rischio di abusi sessuali, matrimoni precoci e lavoro minorile. Un’analisi condotta da CINI sulla situazione pre e post COVID-19 ha messo in evidenza che a Calcutta il numero di abusi sessuali a danno di minori è aumentato dal 18% al 55%. Si teme, dunque, che la pandemia avrà un impatto negativo molto forte sulla lunga battaglia condotta dall’India contro il lavoro minorile e il matrimonio precoce.
In questo contesto, i figli delle famiglie povere hanno dovuto affrontare allo stesso tempo il virus, la fame e le innumerevoli vulnerabilità a cui sono esposti quotidianamente. I loro genitori molto spesso si sono trovati da un giorno all’altro senza salario e senza mezzi di sussistenza. Hanno così cominciato a pensare di mandare a lavorare i proprio figli e di dare in sposa le proprie figlie. Tra marzo e dicembre 2020, per esempio, la CHILDLINE, il numero telefonico di assistenza per minori gestito da CINI, ha ricevuto più di 5.500 chiamate relative al matrimonio precoce. È, dunque, di vitale importanza garantire il diritto alla protezione ai bambini e alle bambine dell’India.
Grazie al sostegno di Tavola Valdese, CINI in questi mesi ha potuto continuare a tenere aperte le sue due case rifugio di Calcutta, Amader Bari e Hamara Ghar. Si tratta di due case che offrono rifugio temporaneo, soccorso e supporto nutrizionale a tutti quei bambini che sono stati vittime di abusi e sfruttamento. Qui i minori possono trovare un letto, un pasto caldo, assistenza sanitaria e supporto psicologico. Oltre ai servizi di base, poi, i bambini a poco a poco riprendono a studiare e possono partecipare a giochi al chiuso e all’aperto, a laboratori artistici e di artigianato e a lezioni di danza e karate. L’obiettivo è quello di riportare ogni bambino dalla sua famiglia, grazie ad un percorso di reinserimento in cui sono coinvolte anche le autorità giudiziarie e la polizia locale.
Durante la pandemia, grazie al sostegno di Tavola Valdese, le case hanno continuato a funzionare con le dovute accortezze. Oggi ogni nuovo ospite, prima di entrare nella struttura, trascorre un tempo di isolamento a tutela di tutti. Gli operatori delle case regolarmente sanificano gli ambienti e i materiali. Tutti i bambini hanno imparato a lavarsi le mani correttamente e ad adottare tutte le misure di prevenzione necessarie.
Nel corso dell’ultimo anno del progetto sostenuto da Tavola Valdese, da aprile 2020 a marzo 2021, le case rifugio hanno accolto 1776 bambini e bambine, dei quali 890 femmine e 886 maschi. In questi 12 mesi, dopo un percorso di riabilitazione, 678 minori sono ritornati dalle loro famiglie. Se vuoi scoprire le attività settimanali delle due case, leggi qui e qui.