Azam ha 14 anni e vive in una delle tante baraccopoli di Calcutta. La sua famiglia è originaria del distretto di Murshidabad, una zona rurale a nord della megalopoli particolarmente arretrata. Azam vive con i genitori e la sorella più grande. Nel 2019, a causa delle difficoltà economiche, i genitori di Azam hanno deciso di trasferire la famiglia a Calcutta, in cerca di migliori opportunità. Qui, il padre ha cominciato a lavorare come sarto, mentre la madre ha trovato impiego presso una famiglia benestante della città come domestica.
L’istruzione per i genitori di Azam non è mai stata una priorità. Così, quando si sono trasferiti, non si sono preoccupati di iscrivere i figli in una nuova scuola. Azam e sua sorella hanno semplicemente smesso di studiare, passando la maggior parte del loro tempo per strada e aiutando la mamma nelle faccende domestiche.
Lo scoppio della pandemia di COVID-19 ha ulteriormente aggravato le condizioni della famiglia. Durante il lockdown, il padre di Azam ha perso il lavoro. Il misero salario della madre non bastava più a sfamarli tutti. Così, i genitori hanno deciso che Azam sarebbe dovuto andare a lavorare, per aiutare economicamente la famiglia. A soli 12 anni, il ragazzino ha cominciato a fare il manovale in un’impresa di costruzioni della baraccopoli.
Da tempo, la nostra organizzazione è impegnata a garantire il diritto all’istruzione dell’infanzia che vive nelle aree più marginali di Calcutta e di altre aree rurali dell’India. I nostri operatori percorrono le strade delle baraccopoli, parlano con le famiglie e si informano sulla situazione dei genitori e dei figli. Quando individuano un minore che non frequenta la scuola, lavorano con i genitori e le istituzioni per riportarlo tra i banchi. È così che i nostri operatori hanno incontrato Azam e suo padre.
Quando hanno saputo che il ragazzino lavorava invece di studiare a causa delle difficoltà economiche della famiglia, hanno deciso di intervenire immediatamente. Hanno cominciato a far visita regolarmente ai genitori di Azam, informandoli sui sussidi statali pubblici a cui avevano diritto, per sostenere le spese legate all’istruzione dei figli. Il padre, poi, ha raccontato loro che non poteva mandare Azam e la sorella a scuola perché non avevano i documenti necessari. Così, CINI ha cominciato a lavorare con le autorità scolastiche per risolvere questo problema.
In parallelo, il team ha sensibilizzato i genitori sugli effetti negativi del lavoro minorile. A poco a poco, li ha convinti che l’opzione migliore per Azam era quella di tornare a studiare. Il ragazzino ha, quindi, smesso di lavorare e cominciato a frequentare uno degli Spazi Sicuri Comunitari per l’Infanzia di CINI, centri doposcuola aperti nelle comunità più vulnerabili.
A gennaio di quest’anno, grazie agli sforzi di CINI e delle autorità scolastiche, Azam è tornato tra i banchi di una delle scuole pubbliche di Calcutta. Oggi frequenta regolarmente le lezioni e lo Spazio Sicuro di CINI. Qui, oltre a ricevere supporto didattico per colmare le sue lacune, partecipa attivamente ad attività ludiche e sportive. Ha imparato il significato di “diritti dell’infanzia” e sogna di poter viaggiare per il mondo per scoprire i Paesi che studia nell’ora di geografia, la sua materia preferita.
Un sostenitore italiano può decidere di sostenere un ragazzino altamente vulnerabile come Azam, attraverso il progetto “Adotta un Bambino“. Grazie a questo intervento, per due anni potremo accompagnare insieme il bambino beneficiario in un percorso di reinserimento scolastico e sociale, che lo porterà dalla strada alla scuola. Insieme, gli daremo l’opportunità di costruirsi un futuro più dignitoso e luminoso. Scopri come sostenere il progetto qui.